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L’HIV è una malattia cronica che grazie a frequenti controlli medici e a una terapia in pillole può essere tenuta facilmente sotto controllo, ma non tutti sanno che uno degli aspetti su cui l’HIV incide è la libertà con la quale si può viaggiare. Se nella maggior parte del mondo non ci sono restrizioni o divieti, alcuni Paesi hanno delle regolamentazioni che potrebbero rendere il viaggio un po’ difficoltoso per chi fosse HIV+.
Il giornalista del NY Post, David Duran, è un viaggiatore incredibile ed è affetto da HIV. Per il Wolds AIDS Day ha scritto un articolo per Into in cui parla delle sue esperienze di viaggiatore, regalando qualche consiglio per aggirare i problemi mentre si è in viaggio.
Per Duran uno degli aspetti più complessi da gestire è il fuso orario, soprattutto quando si è in volo. I cambi di ora potrebbero far sballare il regime farmacologico, ma pianificare in anticipo delle sveglie può aiutare a rispettare l’orario in cui prendere la pillola per poter continuare in modo stabile la terapia.
Lo Stigma riguardo l’HIV è molto forte in tutto il mondo, in alcuni paesi lo è di più. Scrivere che si è positivi sulle app di rimorchio facilita le conversazioni, ma non è sempre la scelta migliore. In medio oriente, nelle regioni del Baltico e in alcuni paesi dell’Asia, essere positivi è quasi un “crimine”, ed esporre questa informazione potrebbe essere rischioso. È meglio comunicare per messaggi privati il proprio status.
Come abbiamo detto, ci sono diversi paesi nel mondo in cui non si può accedere o richiedere un visto di lavoro se si è positivi. Ma per brevi visite non si avranno problemi se si sta particolarmente attenti. Una delle migliori cose da fare è togliere dalla confezione i medicinali per la terapia e usare invece pacchetti di medicinali comuni, come paracetamolo, ibuprofene o integratori di vitamine. Nessuno controllerà cosa c’è scritto sulle pillole.
Come abbiamo già scritto, ogni paese può decidere di adottare o meno delle restrizioni che vanno dalla negazione di visti per permanenza oltre ai 90 giorni al totale divieto di ingresso nel Paese. Ecco l’elenco delle possibili restrizioni.
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