Per tutto il XX secolo l’influenza culturale della comunità gay è stata davvero tanta e sia in Europa che in America le sottoculture queer hanno dato davvero un grosso bagaglio culturale a tutti. Arte, letteratura, musica e cultura di massa sono stati enormemente influenzati dalla cultura LGBTQ che nasceva illegale o come qualcosa di rivolta, per poi diventare nel tempo qualcosa di mainstream. Basti pensare alla canzone Vogue di Madonna, che nasceva dalle ballroom di NYC dove persone queer e transessuali, nere e latine, hanno rivoluzionato il mondo del ballo, dei club gay e della musica. Ecco le cose più incredibili che il mondo deve alla comunità LGBTQ.
Arte erotica
La comunità LGBTQ sin dall’inizio ha lottato per la liberazione sessuale attraverso azioni molto forti e messaggi provocatori. Più era oppressiva la società imponendo di non parlare e tenere nascosto il proprio orientamento sessuale, più la comunità gay reagiva (e reagisce) esponendo tutti quelli aspetti che per qualcuno sono fastidiosi.
Negli anni ’50 l’unico modo per poter avere del materiale pornografico ed erotico era leggere le pulp novels che furono anche le prime a pubblicare materiale omoerotico. Successivamente artisti come Keith Haring e Andy Warhol continuarono l’evoluzione di quest’arte, inserendo soggetti gay nelle loro opere.
Specialmente Keith Haring usò lo stile omoerotico per creare arte e allo stesso tempo sensibilizzare sulla questione dell’AIDS quando tutti avevano paura di parlarne.
Linguaggio innovativo e segreto
Abbiamo già parlato della lingua Polari, ovvero quel linguaggio segreto usato nel Regno Unito dalle persone queer che non potevano, per via dell’accettazione sociale, venire pubblicamente allo scoperto.
Il Polari, anche se ha lasciato un segno se non qualche parola ancora usata (per esempio le parole Camp e Butch vengono da lì) è un esempio perfetto di come il linguaggio fosse una delle cose più importanti e lo slang di quel tempo viene ancora usato ed è davvero attuale. Ecco alcune parole create dalla comunità LGBTQ in passato che ancora vengono usate e sono molto popolari.
- Queen: usato per chiamare le drag queen o delle persone particolarmente maestose nei modi di fare, era il termine con cui chiamare i ragazzi effemminati e appariscenti
- Queer: veniva usato, come ora, per dare un nome a tutte quelle persone LGBT che preferivano usare dei suffissi più labili
- Tea: è il gossip. Quando qualcuno ti dice “Spill the tea” è arrivato il tuo momento di svuotare il sacco
Locali gay e discoteche
Le discoteche e la dance music sono una delle eredità più grandi della comunità gay. La disco infatti è nata negli anni ’70 proprio grazie ai party dei dj queer locali che suonavano nei club underground della città. Non troppo lentamente questi nuovi beat sono diventati famosi al punto da creare luoghi mitici come lo Studio54.
Oltre alle disco, le ballroom erano invece un mondo completamente underground dove la comunità queer e trans nera e latina si riuniva per ballare e sfidarsi a colpi di vouguing. Questo mondo rimase ben nascosto fino al 1990, quando Madonna pubblicò la canzone ispirata ai ballroom “Vogue”.
Estetica metrosexual
Dal 2000 in poi l’estetica metrosexual, ovvero quella del maschio molto curato e sempre vestito per bene ha travolto il mondo occidentale. Persone come David Beckham e Zack Effron sono diventati i simboli di questo stile che però non è nato ben prima. Questa estetica è nata proprio grazie all’estetica queer come quella androgina di Grace Jones che stravolse il modo di vedere il fashion e le tendenze.
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