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5 opere LGBTQ+ da scoprire nella Pinacoteca di Brera

Luigi - Gayly Planet |

5 opere LGBTQ+ da scoprire nella Pinacoteca di Brera

Pinacoteca di Brera: scoprire l’arte gay in uno dei musei più famosi di Milano

Qualche tempo fa abbiamo approfittato della visita gratuita della Pinacoteca di Brera per tornare in questo museo che tutti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita.

Durante quel giorno, abbiamo camminato fra le tante sale del museo e ci siamo soffermati a guardare quadri che sembravano volerci comunicare qualcosa. 

Arte LGBT: 5 opere da vedere alla Pinacoteca di Brera

Come tanti altri musei infatti anche la Pinacoteca di Brera ha tracce qua e la di arte LGBT e in questo articolo vogliamo svelarti 5 opere a cui fare particolarmente attenzione durante la tua prossima visita.

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore – Canova

Una volta arrivati alla Pinacoteca a darti il benvenuto ci sarà l’imponente statua di Napoleone Bonaparte realizzata da Antonio Canova. La statua si trova nell’atrio d’ingresso dell’Accademia e sebbene non sia propriamente un esempio di arte gay nè per l’autore che l’ha realizzata nè per il soggetto rappresentato, è impossibile rimanere impassibili davanti alla bellezza di questo nudo maschile.

Una curiosità che però in pochi sanno è che Napoleone non gradì molto questa statua, in quanto essendo rappresentato nudo e non con l’alta uniforme era considerato disdicevole.

San Sebastiano – Dosso Dossi

Dosso Dossi, pseudonimo di Giovanni Francesco di Niccolò Luter, fu artista attivo alla corte ferrarese degli Este nel primo Cinquecento. 

Nella Sala XXI della Pinacoteca è esposto una sua opera in cui viene ritratto San Sebastiano. Come forse già saprai, questo santo è una delle icone gay più importanti tanto da essere definito da molti il Protettore degli omosessuali.

La figura di San Sebastiano venne associata al mondo gay soprattutto nel Novecento, e a quanto pare il primo a fare la connessione fra san Sebastiano e l’omosessualità fu lo scrittore Georges Eeckhoud nel 1909 in seguito ripreso da D’Annunzio e in tempi più recenti dalle fotografie omoerotiche di David Lachapelle.

Ultima Cena – Daniele Crespi

Proseguendo nella sala XXX della Pinacoteca di Brera si può ammirare un’opera realizzata dal pittore lombardo Daniele Crespi. Vissuto nella prima metà del Seicento, scomparve giovanissimo a causa della pesta ma la sua vita fu intensa e proficua. L’opera che troverai qui è quella dedicata all’Ultima Cena, con un Giovanni che si poggia amorevolmente sulla spalla di Gesù, quasi come fosse un amante.

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Ritratto di Moisè Kisling – Amedeo Modigliani

Non sappiamo l’orientamento sessuale di Modigliani ne del suo amico polacco e anche artista Kisling, ma questo bellissimo dipinto ci permette di scoprire un po’ di quella cultura bohémienne parigina che tanto affascinò i due.

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Montmartre, come abbiamo scritto nel nostro post dedicato alla storia LGBT di Parigi, era il luogo di ritrovo di tantissimi artisti fra cui Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Picasso, Salvador Dalì ma anche Modigliani e Moisè Kisling. Il quartiere, non era solo il luogo del Moulin rouge o del popolare Le Chat Noir, ma anche di tanti luoghi d’incontro per gay e lesbiche. Fra questi anche il Monocle, il più famoso bar lesbo della storia europea.

L’Olimpo – Andrea Appiani

Il dipinto si trova nella Sala XXXVII della Pinacoteca di Brera e il titolo completo dell’opera è L’Olimpo (Giove incoronato di mirto dalle Ore porge a Ganimede il nappo per ricevere il nettare). Quella di Andrea Appiani è forse l’opera LGBTQ+ di maggiore impatto all’interno della Pinacoteca.

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Nel dipinto di Andrea Appiani è rappresentato l’Olimpo con Giove seduto a destra e circondato da divinità femminili, mentre Ganimede si trova in in ginocchio di fronte a lui mentre gli porge una brocca contenente il famoso nettare. Quello che potrebbe sembrare un quadro tradizionale di arte neoclassica altro non è che la rappresentazione dell’amore fra i due amanti. Secondo la mitologia infatti Ganimede era talmente bello (il più bello dei mortali) che fece innamorare diversi dei fra cui Eros e lo stesso Giove. 

Foto: This work is in the public domain in its country of origin

Sempre secondo il mito, Giove per sottrarre Ganimede alla vita terrena si camuffò da enorme aquila e si avventò sul ragazzo per portarlo con lui sull’Olimpo, dove lo fece diventare un dio. Furono tutti contenti, tranne ovviamente la moglie di Giove, Hera la quale considerando Ganimede come un rivale costrinse il marito a trasformare Ganimede in una stella che oggi popola la costellazione dell’Acquario.

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