La storia di San Patrizio, tra amori queer e lotte per l’uguaglianza e l’inclusione degli irlandesi LGBTQ+
San Patrizio è una festa che ogni anno diventa sempre più popolare e ovunque nel mondo ci sarà sempre un pub dove poter andare a celebrare per sentirsi come a Dublino e bere qualche birra con tantissimi amici nuovi. Ma lo sapevi che San Patrizio ha un forte legame con la comunità queer ed è una celebrazione che negli anni ha portato tantissime persone a combattere per l’inclusione degli irlandesi LGBTQ+. Andiamo alla scoperta di queste storie tra amori queer e manifestazioni per i diritti.
San Patrizio: il Santo e il suo posto nella storia gay
Prima ancora che San Patrizio fosse celebrato in tutto il mondo con parate, feste, abbigliamento sgargiante e birre colorate di verse, la sua storia era molto più legata alla sua figura come cattolico e protettore dell’Irlanda. Ma in che modo San Patrizio fa parte della storia gay?
San Patrizio fa parte di una lunga spola di santi e personalità cattoliche del passato che possono essere tranquillamente definite come queer. Ce lo spiega meglio Brian Lacey, nel suo libro sulla storia gay irlandese Terrible Queer Creatures.
San Patrizio in persona potrebbe aver auto una relazione a tinte omoerotiche. Tirechan, un ecclesiastico della fine del 600 che scrisse di San Patrizio, racconta di un uomo che Patrizio incontrò e convertì al cristianesimo, uomo che aveva un figlio per cui il santo aveva una particolare simpatia.
Tirechan scrisse che “San Patrizio diede a questo figlio il nome di Benigno, perché prese tra le sue mani i piedi del Santo rifiutandosi di dormire con i genitori, e pianse finché non gli fu concesso di dormire con Patrizio”. San Patrizio battezzò quindi il ragazzo e lo rese un suo intimo compagno di vita, al punto che proprio Benigno successe a San Patrizio come vescovo di Armagh.
Ovviamente questo non può assicurare che San Patrizio fosse gay, ma ci sono altre informazioni che possono dimostrarlo, specialmente quelle legate alla sua infanzia. San Patrizio fu portato in Irlanda da schiavo romano, e gli schiavi erano normalmente utilizzati anche da altri uomini come schiavi sessuali. Successivamente al suo arrivo in Irlanda, San Patrizio riuscì a scappare, ma tornò in Irlanda per iniziare la sua opera di evangelizzazione. E per pagarsi il suo ritorno nell’isola ci sono studi che parlando di come si fosse prostituito per mettere da parte dei soldi.
Ovviamente l’agiografia, ovvero lo studio della vita dei santi, non è storia, e sicuramente non possiamo dire al 100% che San Patrizio fosse davvero gay, ma se in Irlanda è conosciuto per aver scacciato dall’isola tutti i serpenti, cosa praticamente impossibile, possiamo dire a mani basse che San Patrizio fosse una figura queer.
Dopotutto la storia della religione cattolica è piena di figure che hanno a che fare con il mondo queer. Esistono vescovi famosi per aver scritto poesie erotiche indirizzate ad altri vescovi, storie di prostituzione, dipinti ricchi di rimandi omoerotici e storie di moltissime persone che, nascoste sotto l’abito sacro, vissero in monasteri nascondendo il loro status di persone transgender.
Le parate omofobe per Saint Patrick’s Day in America
Se nel 1992 nella parata di San Patrizio a Cork sfilò per la prima volta un carro LGBT, vincendo anche il premio come migliore new entry alla parata, in America, e specialmente a New York, la situazione era leggermente diversa, e sicuramente più arretrata.
Nel 1992 il gruppo “Irish Lesbian and Gay Organization” (ILGO), fu nuovamente bannato dal marciare nella parata di San Patrizio a New York perché gli organizzatori non vollero accettare la loro presenza perché ritenuta inadeguata per la sfilata. Questo rifiuto generò non poco sgomento, al punto che 500 persone dell’ILGO marciarono per protesta proprio vicino la 5TH strada dove si svolge la parata tradizionale di San Patrizio.
L’anno successivo, nel 1993, vene nuovamente a galla questo argomento, al punto che furono anche arrestate 179 persone, molte delle quali lesbiche e gay, che protestarono durante la parata. E le proteste durarono non poco tempo, ma per almeno 10 anni, inasprendosi sempre di più, specialmente perché in Irlanda a tutti era permesso marciare durante la parata.
Ma fortunatamente nel 2010 qualcosa cominciò a cambiare e dopo il boicottaggio della parata di diverse personalità esponenti, ma soprattutto quando la Guinness, Heineken e Sam Adams ritirarono i propri sponsor, il divieto di marciare per la comunità LGBTQ fu eliminato, e dal 2016 chiunque volesse poteva richiedere di unirsi alla parata di San Patrizio rendendola finalmente più inclusiva.