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Barbados abroga le leggi che criminalizzano il sesso gay

Barbados abroga le leggi che criminalizzano il sesso gay

Il 12 dicembre 2022 passerà alla storia come una giornata da ricordare per la comunità LGBTQ+ dell’isola di Barbados. L’Alta Corte delle Barbados infatti ha emesso una sentenza che di fatto depenalizza le relazioni omosessuali consensuali.

Le Barbados quindi diventano il terzo paese dei Caraibi orientali ( dopo Antigua e Barbuda e Saint Kitts e Nevis) ad abrogare le leggi discriminatorie nei confronti delle persone LGBTQ+ e a depenalizzare il sesso gay.

Leggi contro la comunità LGBTQ+ a Barbados

Prima di questa sentenza dell’Alta Corte, il Sexual Offenses Act (capitolo 154, sezioni 9 e 12 della legge sui reati sessuali) delle Barbados del 1992 sanzionava la sodomia con l’ergastolo e la “grave indecenza” fino a 10 anni di reclusione. Leggi di stampo coloniale, che venivano utilizzate per criminalizzare le persone LGBTQ+ e le relazioni omosessuali consensuali.

La sezione 9 criminalizzava la sodomia, indipendentemente dal fatto che l’atto fosse compiuto in privato e consensuale, o se fosse compiuto tra due uomini o un uomo e una donna. La sezione 12 invece criminalizzava la “grave indecenza”, definita come qualsiasi atto che comporta l’uso degli organi genitali allo scopo di suscitare o gratificare il desiderio sessuale.

Questa legge, sebbene venisse applicata raramente, ha sempre avuto un impatto molto forte nel perpetrare pregiudizi e ostilità nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), obbligando molte persone LGBTQ+ a richiedere asilo politico in altri stati e a non accedere a trattamenti e terapie in caso di contrazione di HIV.

La storica sentenza del 12 dicembre 2022 delle Barbados è il risultato di tanti sforzi della popolazione locale e del gruppo Eastern Caribbean Alliance for Diversity and Equality (ECADE).

Stato dei diritti LGBTQ+ a Barbados

Nel 2013, Donnya Piggott e Ro-Ann Mohammed hanno fondato l’associazione Barbados Gays, Lesbians and All-Sexuals Against Discrimination per sensibilizzare e aprire un dialogo pubblico a sostegno della comunità LGBT delle Barbados.

Nel luglio 2018 circa 120 persone hanno marciato nella prima storica parata del Pride su Rihanna Drive, nella capitale Bridgetown.

Secondo un recente sondaggio condotto da Caribbean Development Research Services Inc. (CADRES), il 67% dei barbadiani si è definito tollerante nei confronti della comunità LGBTQ+ mentre l’82% si è anche opposto alla discriminazione nei confronti della comunità LGBTQ+.

La notizia della depenalizzazione dell’omosessualità è stata accolta con estrema gioia da parte dell’opinione pubblica mondiale, dalle associazioni e dagli osservatori dei Diritti Umani mondiali.

Luisa Cabal, direttore regionale dell’UNAIDS per l’America Latina e i Caraibi ha affermato attraverso un comunicatoQuesta decisione storica è un passo significativo verso la protezione dei diritti umani e della dignità delle persone LGBT nelle Barbados. Rafforza inoltre la risposta all’HIV del paese, contribuendo a ridurre lo stigma e la discriminazione affrontati dalle persone LGBT e aumentando l’adozione di servizi di test, trattamento e prevenzione dell’HIV“.

Diritti LGBTQ+ nelle isole caraibiche

Nonostante questa buona notizia, al momento sei paesi dei Caraibi hanno ancora in vigore nel proprio ordinamento giuridico leggi contrarie alla “sodomia” e alla “grave indecenza”.

L’omosessualità è ancora reato a Dominica, Grenada, Guyana, Giamaica, Santa Lucia e Saint Vincent e Grenadine. Ad oggi i paesi nel mondo che criminalizzano ancora l’omosessualità sono 66.

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